Se dovessimo far parlare i fatti, ciascuno di noi sarebbe messo in difficoltà. Non siamo perfetti, ma non siamo arrendevoli. Per fortuna ci sono altri fotogrammi da sviluppare. L’importante è avere coraggio nel determinare la nostra esistenza anche fosse appesa a un filo...
Le espressioni del coraggio umano si associano paradossalmente a caratteristiche proprie del mondo animale: “ha il ruggito del leone”, “l’incornata del toro”, “la zampata dell’orso”, “gli artigli dell’aquila”, forse perché nell’essere coraggioso c’è qualcosa d’istintivo, primordiale, animalesco tutt’altro che ragionato.
A volte le persone coraggiose sono figure mitologiche abitanti universi paralleli.
Altre epoche/Altre storie/Altre pagine. Un uomo che si concede all’intrepido è spesso visto con diffidenza, talvolta considerato un visionario senza né arte, né parte: un avventuriero con il cappello alla Indiana Jones e la frusta del domatore da circo; una donna che sorvola l’Atlantico o alza le braccia sopra il muro di Berlino.
E nel quasi 2013? Oltre la profezia Maya. Cosa significa “aver coraggio”?
Hermann Hesse scrive che:
Dipende tutto dal coraggio. Anche il più intrepido spesso lo perde, e allora finiamo col cercare programmi, sicurezza, garanzie. Il coraggio ha bisogno della ragione, ma non ne è il figlio, viene invece da strati più profondi.Che cos’è, dunque, il coraggio? Chi mai ne ha spiegato l’essenza o ne ha svelato il mistero? Siamo costituiti di virtù che sono come le impronte digitali del nostro carattere.
Il coraggio, secondo la tradizione greca, è la condizione di ogni virtù, esso svolge un ruolo fondamentale nell’affermazione di sé. Il coraggio, infatti, ci porta a rivelarle, scoprirle, trovarle: le battezza nell’acqua della vita!!!!! “Ci vuole coraggio”.Quante volte ce lo siamo sentiti dire o ce lo siamo detti. Talvolta, invece, lo si dice per disprezzare una scelta o una presa di posizione che non condividiamo. La retorica sottende: “Che vergogna..ci vuole coraggio”
In antitesi, credo che l’indecisione sia negativa perché logora e non restituisce quella forza propria di ogni atto di coraggio.
L’indecisione non coopera con le nostre emozioni, anzi le confonde, le altera, le ripudia.
Un’emozione ha bisogno di essere generata e l’evento coraggioso è il miglior fecondatore.